Maria vuol dire fiducia
“Maria, aiuto, aiuto, aiuto“. Ogni Torre si erge su basi …
Bisognerebbe vivere soltanto di inizi.
Nell’incominciare, infatti, niente sembra abbastanza e si rinuncia alla sicurezza del passato in favore di ciò che siamo, sentiamo e vorremmo diventare.
Magari non cambia niente ma la speranza è sempre quella di aggiungere valore a un amore duraturo: quello che ci porta a operare puntando e persistendo a dare il massimo in quest’avventura.
Inizia oggi la nuova stagione 2018/2019 per La Torre del Saracino. Rinvigoriti dal consueto periodo di riposo di fine inverno, schiudiamo le porte agli inizi della primavera, condendo questa riapertura con qualche novità.
La prima, di stile, nell’ambiente dedicato all’accoglienza iniziale: La Torre.
Una nuova veste, affidata alla consulenza preziosa della Galleria Tuillerie: complementi di arredo di modernariato, originali degli anni ’50 e ’60 che trovano e fanno posto nella teca e negli interni con vivacità.
La scelta richiama al passato senza sconfinare nell’antico, le sedute comunicano discrezione nelle loro forme semplici e pulite: preparatevi a una rivoluzione del gusto, anche estetico.
Un’altra piccola rivoluzione investe il menù, che pur sempre mantiene costanza nello stile e nell’elaborazione delle materie prime.
La nuova carta, infatti, mantenendo come prioritaria l’attenzione e la valorizzazione delle materie prime del territorio e la stagionalità degli ingredienti, punta se possibile con ancora più ostinazione a restituire onore a ciascuno degli ingredienti che compone ogni singolo piatto.
Obiettivo: il recupero del bello e del buono, visto come un’endiadi del gusto.
Il sapore, le forme, le consistenze, gli abbinamenti: ogni elemento è chiamato ad esprimere senza nessuna possibilità di confusione il proprio carattere.
È questa, in fondo, la più riconoscibile cifra stilistica dello chef Gennaro Esposito: sapori intensi senza compromessi, vantaggio dell’operare nel cuore della Campania Felix, terra da sempre fertile di sapori e prodotti di inestimabile gusto.
Sfumature di percezione da cogliere adeguatamente, coniugando sapienza e raffinatezza, raccontando il senso di bellezza che potrebbe essere paragonato solo a quello che ci investe quando osserviamo un bel panorama o un’opera d’arte nella sua più favorevole luce.
La tavola è un catalizzatore della meraviglia delle nostre dinamiche sensoriali: l’obiettivo, in questa stagione, è rendere possibile con la nostra cucina questo piccolo miracolo.
Ovviamente la primavera sarà grande scenografa di questa messa in opera: colori, ingredienti, sperimentazioni si aprono a nuova vita.
E per concludere in dolcezza, le più golose delle emozioni alla fine di questo viaggio tra tradizione e innovazione.
La parola d’ordine sarà una sola: osare. Contrasti e sperimentazioni per le nuove proposte in carta, interpretazioni del territorio affidate all’estro stilistico, alla creatività e la tecnica del pasticcere (e che a La Torre del Saracino godono del continuo confronto tra cucina e reparto pasticceria), esperienze di gusto per cui attendere con trepidante attesa la fine del pasto.
Eppure non finiscono qui le dolci novità di questa stagione: una di quelle di cui siamo più fieri è data dall’omaggio alla tradizione che abbiamo voluto inserire come momento complementare, come volontà di restituire dignità alla pasticceria tradizionale.
L’ispirazione parte dai grandi carrelli dei dolci che – non è mai stato un mistero – rappresentano uno dei ricordi più cari dell’infanzia dello Chef Esposito. A rotazione, dunque, interpreteremo i classici della pasticceria italiana e questo sì, possiamo svelarvelo: si parte con zuppa inglese e tiramisù.
Solido e invariato invece il telaio che da forma alla squadra: Giuseppe di Martino, Carmine Di Donna e tutti i ragazzi in cucina; la storica brigata di sala e i loro volti familiari ad accogliervi e coccolarvi durante la degustazione.
Si dovrebbe vivere di inizi, dicevamo. Forse è quello che accadrà non appena deciderete di sostare da noi: vivendo quell’esperienza unica che si stabilisce tra ogni singolo ospite e ciò che verrà degustato. Un viaggio che non verrà mai ripetuto alla stessa maniera, per quante volte proverete a risedervi alla stessa tavola.
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