Ribaltiamo gli schemi
I nostri schemi consolidati non esistono più. Il virus li …
La cucina non può essere intesa diversamente da una storia d’amore. E, come tutte le storie che meritano di essere raccontate, richiede tempi e modi adeguati, è impossibile improvvisare. Più di tutto, perché ci sia un lieto fine, bisogna innamorarsi dei prodotti, della loro origine, del loro singolo racconto che deve essere tanto bello quanto credibile. In questi casi, è solo il produttore che sa descrivere e presentare il suo prodotto. Testimonianze commoventi di dedizione e dono di tempo e attenzioni nei confronti della materia prima.
Il produttore, inteso come artigiano del gusto, intesse il suo operato sulla cura. Prendersi cura è un atto di amore. È la cura che si mette e il tempo che si impiega nel dedicarsi: questi sono gli elementi che fanno la differenza e questa regola si applica in tutto. Il tempo è rigorosa attenzione, tradotto vuol dire proprio questo: sapienza e qualità, valore aggiunto, differenza.
Molte volte c’è anche qualcosa di più: si instaurano rapporti, relazioni umane, confronti, mani che reggono, spalle d’appoggio. Il rapporto con gli artigiani non si risolve nel seppur importantissimo processo dedicato a puntare sulla qualità e sulla ricercatezza; la relazione è fondamentale per preservare altri aspetti non meno importanti, come ad esempio quello che va a incidere sulle peculiarità di alcuni prodotti, sulle tempistiche di quelli che deperiscono facilmente se non consegnati ed utilizzati nel giro di pochi giorni o sulla selezione di altri che, invece, hanno necessità di offrire risposte a esigenze ben precise.
L’artigianalità dei prodotti è un argomento che mi sta molto a cuore, serve a generare con pratiche comunitarie un’economia del territorio.
Da sempre, il cibo ha racchiuso istanze che hanno coinvolto sotto ogni aspetto l’agire umano sia nella sua formazione che nella sfera dell’identità. Il cibo, non è una novità, riesce a soddisfare la voglia di scoprire e conoscere la tradizione e la cultura di un luogo attraverso i cinque sensi.
I nostri territori sono veri e propri giacimenti di specialità alimentari e tradizioni culinarie da scoprire e imparare a conoscere e valorizzare.
Mi piace partire da tutto ciò che offre la nostra terra, riuscire a raccontare il patrimonio culturale e l’identità del mio territorio.
Si tratta della principale ispirazione nella mia cucina.
Il tentativo di riconnettere cibo, culture e territori è fondamentale per ridare valore all’identità che troppe volte viene persa in un mondo globalizzato, anche per ricostruire legami sociali e nuove forme di conoscenza in questa società della condivisione.
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