Quel che resta della festa
17 anni dopo la prima Festa a Vico ci sono …
Molto spesso mi chiedono quale sia il complimento che ricevo con maggiore piacere dopo un pranzo o una cena alla Torre del Saracino. Sempre più frequentemente gli ospiti, quando a fine servizio mi intrattengo con loro, mi gratificano con una frase: “È stata una bella esperienza“.
Ecco, approcciarsi all’idea di un pranzo o di una cena come una vera e propria “esperienza” è un concetto del tutto nuovo ma che sta rapidamente prendendo piede in un pubblico che è ogni giorno più consapevole di ciò che mangia ma anche sempre più curioso di scoprire cosa avviene in cucina e anche oltre la cucina. I piatti che arrivano a tavola sono frutto di studio, ricerca, intuizione e rappresentano il risultato finale del lavoro di tutti noi della brigata. Un lavoro al quale vedo un numero crescente di ospiti interessati; in tanti – ad esempio – ci chiedono di entrare in cucina per conoscere chi mi affianca o solo per scoprire come siamo organizzati.
Condividere è bello, come è bello conservare qualche segreto. Uno dei nostri segreti è la cura dell’accoglienza, un’altra aspetto centrale di quella “esperienza” che molti ormai ricercano quando scelgono di andare a pranzo o a cena in un posto speciale. Ecco, l’esperienza è anche sentirsi a casa in un luogo diverso dal solito e curato in ogni dettaglio. È bere un calice di vino che magari risulta particolarmente adatto in abbinamento a quella pietanza e, soprattutto, capire perché quell’abbinamento funziona. Lasciarsi, insomma, guidare in un viaggio che è appunto una esperienza. Farsi prendere per mano sin dall’arrivo al ristorante (anzi dal momento della prenotazione) e provare a calarsi in una dimensione confortevole ma appunto “curiosa”. Le persone che lavorano in sala sono diventati dei veri e propri “ambasciatori” pronti ad accompagnare gli ospiti in questa “esperienza”, aperti al racconto come al confronto con il compito di spiegare con semplicità quanta ricercatezza c’è dentro ogni pietanza. Un piatto assume un altro sapore se ne si apprezza la “storia”, lo stesso dicasi per un bicchiere di vino che il nostro sommelier saprà farvi gustare anche attraverso piccoli ma significativi dettagli.
È sempre bello avere ospiti intenti a chiedere da quale “artigiano” arriva quel prodotto eccellente e perché è stato selezionato, desiderosi di provare a capire quali “azzardi” ci siano in certi accoppiamenti di sapori o semplicemente bramosi di conoscere la vita che c’è dentro al ristorante e ansiosi di farsela narrare da chi è lì ogni giorno a fare servizio.
Mi piace immaginare che un pranzo o una cena alla Torre del Saracino possa rappresentare innanzitutto questo, una esperienza da condividere con me anche perché il primo curioso – che vuol sapere poi come è andata – sono proprio io!
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