Il mare è nel piatto
Dici estate e pensi: il mare è nel piatto. O …
Non è semplice far trionfare la semplicità. Eppure, sembra tutto, per l’appunto, così semplice: la terra, i prodotti, il piatto, la cucina e la tavola. Una e una sola ricetta fondata su questi elementi non porta, necessariamente, al risultato sperato. Per intenderci, il meglio di ciò che produce il territorio è la base di partenza di gran parte del lavoro di uno chef ma non sempre rappresenta l’eccellenza in senso assoluto. Di questo bisogna necessariamente tener conto in un mondo sempre più globalizzato. Siamo tutti legati in maniera viscerale a ciò che abbiamo vicino, che vediamo nascere e crescere. Sono ingredienti che consideriamo a giusta ragione dei figli, ma i figli talvolta per crescere debbono contaminarsi.
Andare in giro per il mondo vuol dire conoscere, sperimentare, scoprire e magari rendersi conto che a casa si sta meglio che altrove ma tornare comunque con un bagaglio più ricco di quello che imbarcato alla partenza.
In cucina accade lo stesso, anche ad un romantico che certi sapori, legati a vecchi ricordi, vuole ritrovarli ancora nei propri piatti. Bisogna però anche avere il coraggio di cogliere quei nuovi segnali che arrivano a destabilizzare le nostre certezze, saperli magari decriptate per interpretarli nel modo più confacente affinché si fondano con le nostre esperienze. È saggio evitare di farsi risucchiare da acque sconosciute e trascinare dalle mode del momento, ma lo è anche confrontare e confrontarsi. Non vuol dire rinnegare le proprie origini e neppure portare a tavola un’incoerenza. A patto che a trionfare, però, sia l’autenticità che poi è la vera semplicità.
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