Il cibo ha il valore che sappiamo dargli
Cercare di individuare, di questi tempi, un parametro univoco al …
Aspettiamo sulla riva del mare, aspettiamo sereni che il mondo della cucina si fermi in un posto rassicurante come il Mediterraneo. Si discute tanto, forse troppo, circa le “tendenze” di questo mondo e la cucina mediterranea sembra spesso fuori da certi discorsi come tenuta in un cantuccio mentre bisogna necessariamente andare in giro ad esplorare altro.
Legittimo, per carità, come però è legittimo affermare che la cucina mediterranea non è lì statica che aspetta, anzi è in continuazione evoluzione e merita di essere indagata in maniera più curiosa, più investigativa, perché ha contenuti innovativi ma anche magistrali, nel senso che da anni fanno scuola. Siamo da sempre, noi mediterranei, un riferimento di salubrità e sostenibilità per il mondo della cucina, due concetti estremamente moderni ma che qui non sono mai passati di moda. Abbiamo da raccontare attraverso i nostri piatti la sapienza e la conoscenza del territorio e delle nostre tradizioni, che richiamano un interesse sempre crescente del pubblico ma non ancora delle classifiche che contano.
Avverto una piccola superficialità nel giudizio perché non si possono trascurare anni di memoria, di studio, di eredità e – perché no – di creazione. La cucina mediterranea ha guardato con interesse al momento di massimo splendore della cucina nordeuropea, del muschio e dei tuberi, e poi è stata spettatrice attenta dell’akmè della cucina spagnola, così tecnica e concettuale. Adesso, spera di essere valutata per ciò che è: la cucina più moderna e più antica nello stesso tempo, sempre attuale e mai di tendenza. È giusto allargare le proprie conoscenze, ma è bello anche tornare a casa.
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