Operare alla ricerca della qualità perché sia percepita.
Immaginare un solo giorno lavorativo in cui i gesti non …
È stato bello, è stato bello ricominciare. Dopo poco giorni dalla riapertura della Torre del Saracino è doveroso tracciare un piccolo “bilancio” perché ovviamente c’era grande curiosità per capire come tutto si sarebbe rimesso in moto dopo il lockdown.
C’è un rinnovato entusiasmo da parte di tutti, a partire ovviamente da noi in cucina. Abbiamo ritrovato i nostri meccanismi, quelle dinamiche quotidiane di cui avevamo bisogno. È stato bello condividere queste emozioni con gli ospiti che sono arrivati alla Torre, quasi ci si sono riversati. Facce note, amici “storici” ma anche chi magari si è avvicinato a noi per la prima volta: in sala si è parlato più del futuro e delle prospettive alla luce di quanto è accaduto che non del periodo che ci siamo appena lasciati alle spalle. Una professione di ottimismo ma anche la percezione che abbiamo fatto tesoro di questa esperienza e che non dovremo più dare tutto per scontato.
Siamo contenti del lavoro svolto in sala, ci eravamo preparati per una decina di giorni a rispettare i protocolli senza creare alcun tipo di impaccio agli ospiti. È andata esattamente così perché abbiamo fatto in modo che tutto avvenisse in maniera naturale così da garantire il massimo del confort sia nell’accoglienza che nel servizio.
I nostri ospiti si aspettavano questo ma anche qualche novità nei piatti, così abbiamo approntato un menu contemporaneo con alcune sperimentazioni e i nostri classici. Lavoro, concretezza e qualità: è una ricetta che funziona sempre.
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