L’amore è un secondo
L’amore è un secondo, che poi magari dura una vita. …
“Maria, aiuto, aiuto, aiuto“. Ogni Torre si erge su basi solide. Maria è una delle spalle forti che sostengono la Torre del Saracino. Anzi, è stata proprio una spalla “malridotta” a renderla un perno dell’organizzazione del ristorante. A costringerla a scendere quelle scale che dalla sala, dove ha lavorato per anni, portano all’ufficio nel quale pulsa forte il cuore della Torre.
Quella tra Maria e la Torre del Saracino è una storia d’amore, lo si percepisce dal tono di voce con il quale risponde al telefono per prendere una prenotazione o da come racconta perché è arrivata qui, a Seiano, dalla montagna, cioè da Massaquano, un’altra delle meravigliose frazioni che compongono Vico. “Sarei dovuta stare un mese, il tempo necessario per guadagnare qualcosina e fare un bel regalo a mamma e papà per il loro anniversario di matrimonio“, spiega Maria. Giorni, mesi, anni: Maria ne ha quasi 32 ma alla Torre è di casa ormai da un pezzo.
È una donna consapevole, responsabile: un filtro, un anello di congiunzione tra tutti coloro che interagiscono con la Torre, Gennaro e la sala. Una spugna che assorbe informazioni e le trasferisce, sempre nel mondo giusto e con il garbo dal quale rimarrete affascinati al primo contatto telefonico. Maria sembra Aladino: esaudisce desideri, gestisce problematiche, evita disguidi, dà indicazioni, raccoglie informazioni, archivia le ricette e tanto, tanto, altro ancora. Non è cosa fa, ma come lo fa che la rende speciale. Di lei puoi fidarti, sia se sei in cucina sia che tu stia per venire a provare la cucina della Torre del Saracino.
Maria, che parla inglese e francese e sta per laurearsi in management delle imprese turistiche, vuole dire fiducia e porta anche fortuna. Alla Torre è approdata in pianta stabile nel settembre 2008, due mesi prima della seconda stella. “Gennaro mi chiese, che intenzioni hai?“, ricorda. Il tempo di rispondere ed era già in sala ad imparare da Ciro, Enzo e gli altri i trucchi del mestiere. “In sala devi usare la testa molto più che i piedi“, dice adesso. L’organizzazione e la precisione l’hanno aiutata in quell’esperienza e sono determinanti nel lavoro che svolge oggi, anzi che svolge dall’ottobre del 2015 quando, causa un infortunio alla spalla, iniziò a frequentare l’ufficio e a dare una mano alla “macchina” che muove la Torre. Tre anni e mezzo dopo ha imparato a guidarla nelle strade impervie di tutti i giorni e se qualcuno ha bisogno di un soccorso sa a chi rivolgersi. “Maria, aiuto, aiuto, aiuto“.
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