Gennaro, Antonino, la guerra della caponata
“Allora, sono a Vico: ci vediamo?”. Gennaro e Tonino, Tonino …
Il rispetto per la tradizione, l’amore per la ricerca, la passione per la qualità, sono le affinità che legano Gennarino Esposito e Corrado Isaia dell’omonima azienda napoletana, emblema nel mondo dell’alta sartoria artigianale.
Per molti andare al ristorante è solo “mangiar fuori casa”. Per chi viene alla Torre del Saracino, invece, è godere di un piacere più intenso e profondo. A due passi c’è il mare, i suoi colori e il suo profumo, che riempiono lo sguardo anche d’inverno attraverso le ampie vetrate; dentro, c’è l’atmosfera raffinata e al tempo stesso informale che fa di questo locale una meta distensiva, un luogo d’incontro dove gustare la fragrante armonia di piatti perfetti e finalmente chiacchierare e deliziarsi, senza temere che il rumore o il vociare di altri possano interrompere il fluire delle parole e dei pensieri. Capita così che anche i più impegnati appena possono “scappino” qui e che ai tavoli si possano vedere spesso personaggi di spicco dell’Italia che conta.
Uno di questi è Corrado Isaia dell’omonima azienda, emblema nel mondo della grande tradizione sartoriale partenopea. Lui ammette: “Ci vuole circa un’ora per venire qui da Napoli e la strada non è certo tra le migliori, ma la cucina di Gennarino ti ripaga di ogni sforzo. Non mi stanco mai di apprezzarla. La sua costante ricerca di prodotti e sapori originali la rende un’inesauribile fonte di esperienze e non solo per il palato. E’ bello anche come Gennarino racconta ogni piatto e la storia dei suoi ingredienti. E’ bella la sua passione per la qualità, per l’eccellenza”. Ed è proprio la ricerca dell’eccellenza e il gusto per le cose fatte bene ad accomunare Corrado Isaia e Gennarino Esposito.
Corrado rappresenta la seconda generazione di un’impresa familiare nata, quasi sessant’anni fa, con il commercio dei tessuti e cresciuta con l’alta sartoria fino a diventare una delle aziende sinonimo nel mondo del bel vestire maschile (ben il 75% del fatturato proviene dall’esportazione, soprattutto negli Stati Uniti).
Il suo prodotto esclusivo, curato in ogni dettaglio, è frutto di una passione artigianale che, nonostante il successo, non si è mai seduta sugli allori, anzi. Prosegue Isaia: “Oggi in azienda siamo arrivati alla quarta generazione, ma continuiamo a seguire le regole della tradizione sartoriale, curando ogni abito nel più piccolo particolare, per difendere la nostra esclusività e proteggere quel know how di eleganza che rendono inconfondibile ogni nostra creazione”. E un uomo vestito Isaia ha sicuramente uno stile unico: le camicie che non fanno un plissé, i pantaloni accomodanti che vestono sempre bene, le giacche che cadono perfette, a quadri o righe baciate, dove la preziosità delle cuciture fatte a mano si esalta in tanti particolari, come le asole o i taschini a barchetta.
“In questa volontà di dare sempre il meglio, di rinnovarsi nel rispetto della tradizione, mi sento molto affine a Gennaro e condivo con lui la tensione alla perfezione e il non accontentarsi mai”. E per fare bene le cose ci vuole dedizione, attenzione e non avere fretta. Continua Corrado Isaia: “Anche nel mangiare rispetto alcune regole. Se non ho tempo, preferisco saltare o, al limite, prendere una pizza. E non mi piace neppure pranzare nella confusione di un bar, anzi. Quasi quasi preferisco mangiare in solitudine o con una o due persone, senza rumore intorno, perché mi piace apprezzare quello che mangio e gustarne appieno il sapore. Per questo preferisco i ristoranti che, come la Torre del Saracino, lasciano uno spazio generoso tra un tavolo e l’altro assicurandoti l’adeguata riservatezza”. Non resta che la domanda di rito: qual è il suo piatto preferito? Risposta: “Anche se mi piace cambiare, ho una netta predilezione per la cucina napoletana di mare e il piatto di Gennarino che preferisco è la Pasta mista con pesce di scoglio e crostacei, ma mi faccio tentare anche dalla Caponata, che ha tutto il sapore di una volta, o dal Risotto al Tartufo o…”.
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